Il potere dei simboli

“Quando l’ anima desidera sperimentare qualcosa proietta davanti a sé un’ immagine dell’ esperienza per poi entrare dentro essa”

Vi è mai capitato di identificarvi con un personaggio inventato, di fantasia che fosse l’emblema di una rappresentazione metaforica del vostro essere, come se foste protagonisti di una fiaba o di un antico racconto mitologico?

Fate, maghi, re, principi, vagabondi, imperatrici, orchi, streghe svolgono un’influenza sul comportamento umano, come asseriva Jung, poiché sono forme archetipiche che guidano il nostro processo di identificazione. Sono modelli universali, principi primitivi, idee “originali” che si configurano come forme di autoconoscenza tramandata fin dai nostri antenati.

Proprio come narra l’incisione sull’antico tempio di Apollo “conosci te stesso”, un inno, un monito, un imperativo quasi categorico che stimola l’individuo verso la consacrazione di un modello evolutivo basato sulla consapevolezza del proprio se. L’individuo ha bisogno di risvegliare l’eroe che è dentro se stesso per rompere le barriere, arginare e sconfiggere i draghi che lo separano dal proprio castello e dalla rappresentazione della propria autenticità.

È importante che ognuno si percepisca come autore della propria storia personale, l’artista della tela sul quale imprimere le orme di un incredibile viaggio chiamato vita.

Attraverso i simboli, immagini, rappresentazioni l’essere umano può giocare a vestire i panni di diverse identità, tante quante sono i veli onirici che scintillano nella notte, perché è proprio durante le ore notturne che si sfaldano le trame della realtà aprendo le porte al sogno e al regno del magico: una visione esistenziale che disgrega gli argini della lucidità penetrando dentro la caverna oscura dell’inconscio, la stanza segreta delle ombre e la soffitta antica dell’immaginale.

Sognare di essere un elfo vestito di foglie e ramaglie che suona il flauto del vecchio zio; immaginare di essere un rabdomante che dondola su un’amaca sospesa tra i pendii di un bosco incantato; vedersi come una papessa che danza sulle sue ali di fuoco sono solo alcuni dei tanti modi per entrare in connessione con le proprie personalità, inclinazioni ma soprattutto con le zone dell’essere non riconducibili e riconoscibili dalla sfera razionale.

Per sfilacciare i nodi dei vestitini sociali che indossiamo, consapevoli di doverci mascherare, per sopravvivere in un universo di contraddizioni e conflitti, possiamo provare a giocare con gli archetipi e figure che sono parte di noi da sempre, fin da quando abbiamo dovuto adorare il dio fuoco, o la sorella acqua per augurarci periodi di piogge o giorni soleggiati.

Dentro la madre terra si cela la sacralità del creato così come dentro di noi! Attraverso il processo di identificazione simbolica e metaforica siamo in grado di riconoscere e rivelare  quegli stessi fitti misteri di cui é intriso l’universo.

Comments

  1. Milva says:

    Mi appassiona tantissimo giocare con i simboli e danzare attraverso il potere delle Dee…
    Mi hai fatto viaggiare con l’immaginazione.
    Voglio vivere in mondo più lento, leggero e consapevole… consapevoli delle scelte, responsabili di quelle scelte, un mondo pieno di colori, danza, complicità ed equilibrio.
    Grazie per regalarci queste meravigliose parole 🦋✨

    1. Valentina Coluzzi says:

      Simboli, dee, tarocchi, archetipi, eroi, fiabe, elementali sono compagni di viaggio, che tenendoci per mano, ci guidano verso il percorso di autoconoscenza e risveglio ❤️
      Soprattutto ci insegnano che, oltre la nuda e cruda realtà, esiste un universo di magia e sincronicità.

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