Lasciamoci respirare dall’Universo

Ho voluto scrivere il primo di una serie di interventi sul blog sull’argomento della respirazione in quanto, questo aspetto della pratica Yoga, non trova spesso un ruolo unico, utilizzato invece come supporto, come accompagnatore, nella pratica di Asana.

Per l’aspetto anatomico e di come avvenga tecnicamente, abbiamo già le nostre conoscenze di base insieme a tantissimi approfondimenti in rete.

Con questi articoli invece, il nostro sguardo esploratore andrà alla ricerca di altri aspetti, scoperte ed esperienze pratiche derivanti dalla saggezza delle filosofie orientali.

Consapevole di avere ancora molto da esplorare e studiare anche io stessa, muoviamo i nostri primi passi per addentrarci nella magia del respiro, il soffio vitale.

Come per ogni filosofia, l’invito è sempre quello di ricevere le informazioni con distacco critico e sperimentare personalmente per fare proprio ciò che “risuona” con il sentire personale.

Potremmo iniziare dicendo che la vita stessa è un miracolo, e di avere a disposizione una macchina biologica meravigliosa, che svolge funzioni incredibili anche soltanto guardandola da un punto di vista anatomico-fisiologico! Ma potrebbe esserci di più.

Durante la respirazione, l’aria non viene immessa nel corpo partendo dall’interno, ma viene “spinta” verso l’interno dalla pressione atmosferica che circonda il corpo. Ne consegue che la forza che determina l’immissione di aria nei polmoni è in realtà una forza esterna. Letteralmente

noi creiamo spazio e l’Universo ci riempie.

Ciò che noi facciamo è far cambiare forma alle cavità corporee, addominale e toracica, creare lo spazio e lasciarci riempire.

Dal punto di vista fisico, il cambiamento di forma delle due cavità influenza notevolmente il movimento degli organi in esse contenuti, apportando miglioramenti al funzionamento dei sistemi e apparati corporei.

Per lo Yoga c’è di più: con il respiro si compie un vero e proprio viaggio interiore, in quanto spesso, utilizzando il pieno respiro dello Yoga, possiamo arrivare a provare un’ondata di emozioni.

Sono le emozioni sepolte nella mente subconscia e memorizzate, immagazzinate, nel corpo. Ecco che respirare in modo consapevole va a inserirsi e a scendere in ciò che giace al di sotto.

Tenendo sempre a mente che la respirazione, così come la spiritualità, è un fenomeno individuale e strettamente personale, ognuno, nel proprio viaggio di scoperta e autoconoscenza, è semplicemente invitato a trovare il proprio ritmo personale, non a seguire quello dell’insegnante o di altri.

E’ così che senza sforzo e in maniera rilassata, trovare in modo naturale il nostro ritmo personale ci fa entrare in uno stato di calma e di connessione con le meraviglie dell’Universo, mette in contatto il nostro impulso vitale con l’impulso universale.

Per questo si dice che il respiro sia un ponte verso il cielo.

Photo credit: Schantalao – it.freepik.com

Comments

  1. Milva says:

    Già leggendo questo post ho rallentato e respirato consapevolmente ☺️
    Mi piace l’idea di trovare il proprio ritmo… soprattutto che oggi si corre sempre senza sapere poi il perché, e, trovare quella cadenza propria, come l’unicità del proprio essere

    Grazie per questi minuti di meditazione 💖

    1. Antonella says:

      Maestraa noi parliamo la stessa lingua❤❤❤ Grazie per il tuo prezioso supporto 🙏💝

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