Come foglie d’autunno

Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle,
come tante farfalle
spensierate?
Venite da lontano
o da vicino?
Da un bosco
o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso
che vi porta via?

(Trilussa)

È tempo d’autunno.

È tempo di ascoltare il rumore che fa la foglia che cade. È tempo di colori amaranti, di alberi caramellati, di profumi pungenti.

È tempo di sentire, pregare, contemplare.

Avete mai provato ad ascoltare il suono di una fogliolina che si posa sulla nuda terra?
Invisibile e silente magia.

Nell’incorporeo mistero si consacra la bellezza collaterale di un respiro infinito, del sussurro degli dei che non conoscono tempo.

Si odono le voci degli avi, il canto degli divinità, le nenie delle nonne, l’odore di farina ed albume, fragranza di pane, torte e crostate.
Aroma di cannella, zenzero e scorza d’arancia si tuffano dalle ante delle credenze invecchiate: tornano a zampillare fuori dai barattoli.

Quale momento migliore, se non in autunno, si possono scrivere pagine di ambrate visioni?
Il panorama si tinge di un nettare tannico, muschio, resina, corolle e fiori si uniscono in una danza di inclusività: integrata e sinergica meraviglia.
Un sincretismo cromatico che sfugge dalle mappe della vertigine estiva.

Silenzio, spazio e spaziosità ritrovata.

Nuovi calici si riempiono di scarlatta estasi armonica, i boschi diventano templi sacri di profumi ancestrali, danze sacre e rituali misterici si conservano e consacrano dentro la botte di una stagione senza tempo.

La trasformazione dell’uva ci racconta come l’arte della creazione si annida nel cambiamento e dagli acini ingialliti si anima lo spirito del dio dell’ ebrezza.
Potete vedere anche voi braccia, gambe, mani ardenti di bacco e Venere che ballano tra le ramaglie di una selva sensoriale, rincorrendosi tra i filari di un regno di incanto?

Legni, arbusti, misteri e magia; bacche, castagne, zucche e fate si sfarinano come polvere magica dentro i fumi dei comignoli ridenti.

Nel calderone della strega bollono lunatici versi di una natura pronta a germogliare sotto la nuda terra.

Nuovi semi restano invisibile arborescenza, si nutrono di intenti, sogni e desideri nuovi.

Nel silenzioso passaggio urlano le bocche delle nereidi che ondeggiano intorno al fuliginoso Ade.

Siete pronti ad abbracciare il mistero che scende dentro il paiolo del rabdomante? La vostra bacchetta magica é forgiata?

Il mago che alberga dentro di voi é attivo, recita la sua formula magica per tornare a creare dentro le viscere del buio.

Gli animali preparano la loro pelliccia, le stelle il loro giaciglio, le castagne la loro confessione, gli alberi si spogliano e tornano nudi nel vento.

Chiudete gli occhi e godetevi l’ambrosia del cambiamento.

Photo credit: Valentin da Pixabay

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