Il rapporto tra l’uomo e Madre Natura è sempre stato sacro e al contempo controverso, poiché a seconda del succedersi e dell’alternarsi delle fasi storico-culturali questa relazione é stata sinergica o dicotomica. Per l’uomo attuale la natura viene vissuta quasi esclusivamente come una realtà che sta fuori di noi, di cui servirsi per nutrirsi, vestirsi, riscaldarsi. Negli ultimi secoli in particolare, la dissociazione tra essere umano e Natura si è fatta sempre più accentuata.
Nell’antichità l’uomo era un osservatore molto più attento, curioso e dedito allo studio dei fenomeni naturali, rispetto a quanto lo sia ora, tanto da credere fermamente che esistesse una forte connessione tra l’alternarsi dei cicli lunari, movimenti planetari, susseguirsi di stagioni, maree ed umori e stati emozionali degli individui.
I nostri avi erano convinti che nelle piante esistesse una scintilla divina che le animasse e gli conferisse un profondo valore divino e terapeutico mediante il quale curare e guarire anche le ferite dell’anima. Data la fondamentale importanza che ricopriva la natura nella vita dell’uomo, non dovrebbe meravigliare che le piante in genere venissero associate a divinità o venissero assunte come simboli di carattere religioso, spirituale ed esoterico e gli alberi considerati intrisi di sacralità ed energia misterica tanto da essere adorati per la loro monumentale e millenaria saggezza.
La Quercia era venerata dal padre di tutti gli dei, Zeus, mentre l’ulivo era molto caro a Minerva, sua figlia.
In base a quanto afferma la tavola Smeraldina:
“tutto Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori”,
noi saremmo l’eco e l’effetto Butterfly di ciò che vibra sopra di noi e viceversa.
E allora?
Se potessimo riaprire il dialogo ed il rapporto dialettico con il regno naturale, come fossimo l’ una estensione o prolungamento dell’ altra, come se i rami fossero le nostre braccia, i tronchi le nostre gambe, le corolle le nostre teste ed il vento il nostro respiro, scopriremmo un pulsare divino, una scansione miracolosa dei nostri palpiti, un sincretismo di bellezza che si espande senza confini tra ” dentro e fuori”, “tangibile ed intangibile”, “corpo e spirito”.
Potremmo riscoprirci giardinieri imperiali di madre terra, inviati speciali per la cura e salvaguardia dei nostri personali orti per creare un rigoglioso, immerso prato verde di condivisione cosmica e secolare.
Un grande mosaico é composto di tante maioliche colorate, una celebre opera d’ arte composta da una tavolozza di mille colori ed un eden terrestre di tanti giardini in fiore.
Tu sei il giardino in cui germoglieranno nuovi semi di sapienza, amore, e virtù.
L’inebriante profumo che emanano i composti floreali del nostro giardino potrà richiamare il volo delle farfalle. Tante crisalidi saranno pronte a schiudersi di inedite consapevolezze e verità.
Stagione dopo stagione, emozione dopo emozione, affrontando la caduta delle foglie, gli inverni lunghi e rigidi, l’atmosfera arida o glaciale, senza mai perdere la cura e premura per il proprio piccolo regno.
Be garden, be ever green 🌱🌱🌱🌱🌱🌱🌱🌱
Pensarci come un giardino, ricco di piante, fiori, foglie e profumi… è stato un viaggio verso la mia creatività e potere femminile.
Bellissimo post Fatine ✨🦋💕
Ogni anima rappresenta metaforicamente un green garden, un giardino prezioso e profumato ricco di germogli, semi e fiori scintillanti.
Tante anime in cammino, tanti germogli. Il profumo che emanano quei fiori, per osmosi, permea tutta la materia.
Ogni anima è come un giardino profumato, prezioso ed incantato e se coltivato, nutrito, accudito può diffondere contagiosa magia. Un processo di osmosi di bellezza.